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Ottimizzare le interazioni uomo-macchina creando ambienti robot inclusivi

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Le applicazioni dei cobot (collaborative robot) nella vita di tutti i giorni sono in continuo aumento. Trovi robot nei ristoranti, nelle palestre, negli ospedali, robot che consegnano all’esterno i cibi, ma anche che semplificano alcune attività come quelle agricole.

Tuttavia, la strada verso un’interazione completa tra robot e umani è ancora lunga. Infatti, le potenzialità della robotica intelligente sono limitate da barriere mentali e fisiche. Spesso sono considerati una minaccia dai lavoratori, tale da portare allo sviluppo di una paura insensata, la robotfobia

Inoltre, i robot si trovano a dover lavorare in strutture progettate solo per gli esseri umani: si pensi a scale, locali su più livelli, o con dimensioni da non permettere a un robot di agire in autonomia.

Creare spazi sempre più inclusivi per i robot è essenziale per utilizzare le loro potenzialità. Ma come fare? La soluzione è stata data da un esperimento di un team di ricercatori di Singapore. Ecco come hanno scoperto.

Ambienti robot inclusivi: cosa sono

Gli ambienti robot inclusivi sono luoghi progettati e costruiti in modo tale da permettere ai robot di muoversi e agire in piena autonomia, lavorando con gli umani. Non ci sono limitazioni, come può essere un gradino, un pavimento irregolare o un arredamento disposto in modo da creare ostacoli alle attività del robot. 

Progettare un luogo inclusivo è un’operazione complicata. Infatti, fino ad adesso si lavorava su spazi fisici esistenti, con test che richiedevano tempi, costi e soprattutto limitavano molto le possibilità di simulare i diversi impieghi di un robot. Le cose oggi sono però cambiate.

Come migliorare l’inclusività dei robot in un ambiente

Per creare un ambiente a misura di robot, un team di ingegneri guidato dal professore associato Mohan Rajesh Elara del SUTD (Singapore University of Technology and Design) ha utilizzato un approccio innovativo grazie alla realtà virtuale. I loro risultati sono stati pubblicati nell’articolo Enhancing robot inclusivity in the built enviroment, in cui hanno dimostrato che, creare un luogo inclusivo per i robot è possibile e permette di utilizzare tutte le loro potenzialità.

L’idea è stata quella di realizzare un software che possa replicare il comportamento dei robot in un ambiente virtuale. Il primo passo è quello di creare una replica virtuale di un locale in cui dovranno lavorare i robot.  Questo è, dunque, possibile sia nel caso un cui lo spazio fosse ancora in fase di progetto oppure in costruzione, sia nel caso in cui il locale esistesse esiste. In questo ultimo caso, l’operazione sarà ancora più semplice in quanto sarà sufficiente riprodurre in scala ogni singola sezione e scannerizzarla in modo da creare un duplicato virtuale. 

Verrà poi testato l’ambiente con il robot, ad esempio inserendo un cobot cameriere e simulando gli spostamenti, le interazioni con gli umani e via dicendo. Questo permetterà di evidenziare eventuali limiti e se gli spazi possono essere considerati davvero “a misura” di robot o se, invece, è necessario intervenire per renderli più inclusivi.

I modelli testati, finora, sono stati i robot collaborativi per la pulizia, quelli per la logistica ma anche per la manutenzione degli edifici ma, in futuro, nulla esclude che possano essere usati anche in altri settori come, ad esempio, il retail, la grande distribuzione e l’horeca.

Interazioni uomo macchina: benefici

L’esperimento del prof Mohan ha dimostrato che:

  • grazie alla realtà virtuale è possibile creare spazi inclusivi per i robot;
  • con ambienti a misura di robot il loro utilizzo è sempre più efficiente;
  • un ambiente inclusivo permette una completa autonomia dei cobot;
  • tutto ciò contribuisce anche a migliorare le interazioni tra uomo e macchine.

Inoltre, il software potrà essere utilizzato sia per la progettazione di ambienti in cui i robot si muovono in completa autonomia, sia per migliorare i robot stessi già in fase di progettazione. Le simulazioni, infatti, possono essere allargate allo scopo di valutare nuove caratteristiche di design e tecnologiche di un cobot e verificarne, prima della messa in commercio, quali siano i suoi pro e i contro.

Dal virtuale, si passa al reale. Creare spazi inclusivi per i robot vuol dire sfruttare tutte le potenzialità di questi strumenti. Migliorerai così la qualità del servizio offerta dalla tua attività: dalla pulizia degli ambienti, al servizio ai tavoli, dall’interazione con i clienti all’avere un aiuto cameriere in sala durante l’alta stagione.

Conclusioni

Le interazioni tra uomo e macchina sono un qualcosa che può migliorare un luogo di lavoro. I robot sono di aiuto e possono svolgere sempre più attività grazie alla continua evoluzione delle AI e delle loro tecnologie. Un impatto positivo nella vita degli esseri umani. 

Tuttavia, oggi esistono ancora alcune barriere sociali e fisiche. Mancata conoscenza dei robot e delle loro potenzialità è il primo ostacolo, che puoi superare grazie all’informazione tua e del personale, comprendendo quali sono i possibili vantaggi di questi strumenti e gli eventuali limiti. Dall’altro, è necessario creare spazi sempre più a misura di robot.

Se vuoi scoprire quali sono i vantaggi di un robot per la tua attività di food e del settore horeca, ti basterà contattarci tramite la nostra chat su WhatsApp.

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