Sempre più intelligenti e “umani”: come saranno i robot del futuro
Robot che in autonomia servono ai tavoli, puliscono un locale o consegnano cibi: è la nuova rivoluzione nel settore del food e delle attività alberghiere. Sono definiti cobot (collaborative robot), dato che la loro funzione è quella di aiutare l’uomo nello svolgere alcune attività, svolgendo compiti pesanti e ripetitivi, migliorando il servizio e rendendolo più efficiente.
La loro principale caratteristica è quella di essere dotati di un’intelligenza artificiale AI, sempre più capaci di gestire compiti in supporto e in autonomia. Ad esempio, i robot camerieri sono diventati più simili agli umani. Vengono utilizzati non solo per servire ai tavoli, ma anche per prendere ordini o accogliere i clienti. Un settore in continua evoluzione. Oggi, si stanno sviluppando tecnologie che hanno il fine di renderli sempre più simili esteticamente agli esseri umani, sia nelle funzioni da svolgere, ma anche nell’aspetto. Vediamo come.
Cobot sempre più intelligenti
I robot collaborativi non possono ancora capire le persone, ma grazie alla tecnologia di cui sono dotati, li puoi programmare per svolgere diversi compiti: da cui il termine di robotica intelligente. Oggi esistono robot per pulire, cobot per servire ai tavoli e i robot chef, ma anche per consegnare cibi all’aperto.
Il loro utilizzo è anche in altri settori collegati in modo diretto o indiretto al food. L’esempio: le nuove tecnologie robotiche per organizzare la produzione agricola.
Le applicazioni dei robot sono state possibili proprio grazie allo sviluppo delle intelligenze artificiali. L’evoluzione del settore, basta citare il clamore legato a ChatGpt, ha portato a rendere i processi elaborativi sempre più immediati, rendendo capaci le macchine di imparare dagli errori. Guidati da algoritmi che auto imparano, i cobot oggi si muovono ovunque, veloci e silenziosi, evitando ostacoli o contatti inopportuni.
I cobot sono facilmente programmabili, ma non eseguono semplicemente un compito. Nello svolgerlo imparano. Ciò li rende perfetti per lavorare come supporto agli essere umani, ma anche in completa autonomia.
Robot collaborativi intelligenti: sempre più simili agli esseri umani
Le applicazioni dell’intelligenza artificiale ai robot li hanno resi sempre più simili agli esseri umani nello svolgere un compito in modo efficiente. In particolare, sono utilissimi per quei lavori più pesanti, ripetitivi, stancanti e poco gratificanti.
Si pensi a un robot aiuto cameriere che porta e toglie i piatti dai tavoli, oppure a un robot chef che cucina senza preoccuparsi del caldo o del pericolo di scottature. Gli stessi robot pulitori rendono più semplici le attività degli essere umani, ma anche quelli che svolgono la funzione di accoglienza clienti.
Gli esempi sono davvero tanti con continue novità nei settori, del food, in quello medico, del benessere e delle strutture ricettive, tanto che alcuni lavoratori umani oggi si sentono minacciati dallo sviluppo dei robot. Come dimostrato da diversi studi, è però una percezione sbagliata che ha portato alla nascita di una vera e propria robotfobia.
Tuttavia, ancora oggi rimane una barriera: quella legata al loro aspetto. Anche in questo settore però vi sono già in atto dei cambiamenti. Infatti, per integrare sempre di più i sistemi robotici nelle attività umane, sono diversi gli studi che si stanno focalizzando nel trasformare i robot in umanoidi.
Robot sempre più simili agli umani: è qualcosa di possibile?
Oggi alcuni robot sono dotati di uno schermo a led che puoi programmare con espressioni digitali e vocali. Altri hanno sembianze umane. Se questo genera all’inizio un effetto wow, utile come pubblicità alla tua attività, tuttavia, l’impatto agli occhi dei clienti, a lungo andare, rimane sempre quello di una macchina. E su questo stanno lavorando alcuni scienziati, sia per farli muovere in modo più naturale, sia per dare loro un aspetto più simile agli esseri umani.
Tra le innovazioni interessanti vi sono alcuni studiosi dell’Università del Maryland che stanno cercando di migliorare il modo con cui i robot vedono il mondo circostante e reagiscono ad eventuali ostacoli. Il fine è imitare la capacità di visione dell’occhio umano, permettendo dei movimenti più fluidi.
Invece, l’università di Harvard si sta concentrando su esperimenti per migliorare l’estetica di un robot. Grazie alle nuove tecnologie, capaci di creare una pelle in 3d, si sta studiando un meccanismo per combinarla a una struttura robotica. In questo modo un robot sarà capace di sorridere o trasmettere altre espressioni facciali.
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Le tecnologie sui robot sono, come dimostra anche questa news, in continua evoluzione e nel prossimo futuro probabilmente si genereranno sistemi sempre più simili nei movimenti e nell’espressione all’essere umano. Tuttavia, i cobot nascono per collaborare con gli uomini e non devono essere considerate una minaccia al loro lavoro. Grazie ad essi è possibile migliorare la qualità del lavoro dello staff di un ristorante, di un pub di un albergo, ma anche di centri commerciali, strutture mediche e sportive.
Conclusioni
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