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Robot per consegne di cibo all’aperto: il futuro del food delivery è già qui

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Chiamati anche robot da marciapiede, i robot per consegne di cibo all’aperto sono destinati a diventare uno dei migliori alleati per ristoranti, pizzerie e fast food che offrono il servizio di asporto.

Non a caso, uno dei primi a voler sperimentare per primo questo tipo di tecnologia è stata la nota applicazione di food delivery Uber Eats, che alla fine del 2023 ha introdotto a Tokio, in collaborazione con Mitsubishi Electric e Cartken, dei piccoli autonomi muniti di ruote allo scopo di consegnare pizze, bibite e panini direttamente al domicilio degli utilizzatori dell’app.

In questo articolo parleremo delle principali le novità del settore, cercando di capire prima di tutto se le macchine automatizzate per consegne di cibo all’aperto possono essere considerate come la nuova frontiera della ristorazione a domicilio.

 Come funziona il robot per consegne di Uber Eats e perché è stato introdotto proprio in Giappone

Si chiama “Modello C”, da Cartken, una startup americana di robotica nata da una costola di Google che ha collaborato al progetto, ed è dotato di un contenitore con capienza 27 litri, motore e ruote che gli garantiscono una velocità di circa 5,3 chilometri all’ora. L’utilizzo di sensori e telecamere gli permettono inoltre di percepire e schivare gli ostacoli che potrebbe incontrare lungo il cammino, mentre le batterie a litio di ultima generazione consentono una prolungata autonomia. E a differenza dei fattorini “umani” dispongono anche di un sistema termico che garantisce il mantenimento della temperatura desiderata del cibo durante tutto il processo di consegna. Abbiamo appena descritto il robot per consegne che Uber Eats ha introdotto nella città di Tokio e che presto potrebbe diventare una realtà anche in altre metropoli.

Il motivo per cui la famosa App di delivery food ha scelto proprio Il Giappone per l’introduzione di questa innovazione è abbastanza semplice. Il governo giapponese, infatti, è uno dei pochi a promuovere attivamente la diffusione dei robot a fianco degli umani premiando le imprese che utilizzano queste tecnologie con sgravi fiscali e prestiti di finanza agevolata. Questo anche perché il Paese del Sol Levante presenta il tasso più elevato di invecchiamento della popolazione con una persona su 5 che ha più di 65 anni. Ecco che, quindi, l’impiego di Cobot in grado di sostituire gli umani in mansioni tipicamente svolte dai giovani, come appunto quella dei “riders”, diventa una vera e propria necessità. 

Nelle metropoli del futuro le consegne le faranno droni e robot

Lo scenario cui già stiamo assistendo in Giappone con il robot da marciapiede di Uber Easts, non è però una novità. All’inizio del 2019, ancora prima del Covid, Startship Technologies aveva, infatti, avviato un test per le consegne robotizzate all’interno del Campus della George Mason University. In seguito, anche in coincidenza dell’isolamento sociale imposto dalla pandemia, anche società come Yandex, Kiwibot e Grubhub hanno intrapreso profetti simili negli USA e in Europa.

Questo non solo per il settore food. Amazon, la nota applicazione di commercio elettronico, ha ad esempio attivato da alcuni anni le consegne via drone e in alcune zone già sta utilizzando anche robot dotati di carrello e ruote molto simili al nostro Segway E1.

Sulle consegne con drone ha puntato anche la catena americana El Pollo Loco, che in una decina di suoi ristoranti del sud della California ha già introdotto la consegna del cibo dall’alto grazie alla collaborazione con la società Flytrex. L’obiettivo non è solo quello di abbattere i costi, ma anche di riuscire a consegnare gli ordini in tempo da record bypassando il traffico e gli altri impedimenti fisici (passaggi a livello, semafori, code e così via) che in genere si verificano nella circolazione su strada.

Naturalmente, molti di questi progetti sono testati per il momento in zone ristrette come ad esempio i campus universitari, visto che molte aree della città presentano ostacoli e barriere che ancora non consentono il loro impiego in modo ottimale. Questo impone, come abbiamo detto più volte, anche un ripensamento della realtà urbana per la pianificazione di ambienti maggiormente robot inclusivi.

E in Italia?

Anche nel nostro Paese alcune aziende stanno iniziando a mostrare interesse verso le consegne robotizzate. Nella periferia di Milano, ad esempio, l’azienda e-Novia ha sviluppato Yape, una sorta di Pony Express su ruote che può trasportare fino a 70 kg di peso a una velocità di circa 20 km all’ora, con un’autonomia di circa 80 km. Il prototipo è stato in questi mesi al centro di una sperimentazione finanziata anche dal Ministero dello Sviluppo Economico che ha interessato l’area di Cascina Merlata.

Più o meno nello stesso periodo, a Brescia è stata attivata la consegna di cibo a domicilio con Gibot, simpatico robottino umanoide di colore verde collegato all’app Gibo.delivery, sviluppata dall’azienda milanese Presto Robotics. Oltre a motivazioni di tipo economico, a sostenere il progetto ci sono anche motivazioni di tipo sociale e ambientale. Non bisogna, infatti, dimenticare che non solo i robot per consegne, essendo per lo più elettrici, non inquinano come motorini e scooter, ma potrebbero anche prevedere, come nel caso di Gibot, l’utilizzo di persone disabili in qualità di manovratori a distanza, offrendo nuove opportunità a questa fascia della popolazione anche in questo settore.

Come dimenticare, poi, che anche in Italia, l’impiego di robot in ambito food non riguarda solo le consegne a domicilio, ma soprattutto quelle in sala, con il progressivo affiancamento della figura del cameriere con Cobot sempre più intelligenti e sofisticati.

Conclusioni: robot per consegne e cambiamento demografico, due realtà sempre più interconnesse

Il cambiamento demografico caratterizzato da un progressivo ma inesorabile invecchiamento della popolazione è una realtà non solo in Giappone, ma ormai in tutto il pianeta. Questa realtà non può essere ignorata dalla società che non vogliono farsi fagocitare da un mercato sempre più competitivo. I robot sono dunque la migliore risposta per supplire alle carenze di manodopera in molti settori, dall’industria al retail e alla ristorazione.

Tuttavia, come abbiamo detto più volte, il personale in carne e ossa non sarà del tutto sostituito, anzi, gli esperti sostengono che diventerà ancora più centrale in tutte quelle mansioni che richiedono creatività e competenza, come ad esempio la gestione del servizio clienti.

Quello della consegna di cibo all’aperto è, senza alcun dubbio, uno dei primi ad aver accolto con favore la novità, anche in risposta alla crescita della domanda durante la Pandemia. Quello che però molti non comprendono è che non si tratta solo di un modo per “risparmiare” sul costo del personale, anzi, in molti casi, è esattamente il contrario visti i costi ancora abbastanza elevati di queste tecnologie.

L’adozione di Cobot, in qualunque settore si guardi, quindi anche nell’horeca, che è quello che più ci riguarda direttamente, possiamo dirlo a gran voce e con assoluta certezza è la risposta a un modo che cambia fatta da chi non vuole rimanere indietro. Vuoi essere anche tu dei nostri? Allora contattaci attraverso la nostra chat su WhatsApp per saperne di più sui modelli di cobot per la ristorazione e cobot per consegne a nostra disposizione.

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