I robot collaborativi possono capire le persone?
L’interazione tra robot e esseri umani nei contesti lavorativi sta emergendo come elemento chiave per affrontare sfide come la carenza di manodopera e la reticenza nell’affrontare compiti faticosi, ripetitivi o pericolosi per la salute.
In risposta a questa esigenza, le aziende nel campo della robotica stanno attualmente concentrando i loro sforzi nello sviluppo di robot collaborativi, noti come cobot, che possano operare in modo sempre più efficace accanto agli esseri umani, senza costituire per loro una minaccia o un ostacolo.
Tuttavia, sorge una domanda cruciale: i robot collaborativi possono capire le persone?
Questo aspetto è fondamentale, infatti, per instaurare una relazione veramente armoniosa e tranquilla in tutti gli ambienti in cui dispositivi robotici collaborano con gli operatori umani.
Cerchiamo, quindi, di dare una risposta il più possibile completa ed esaustiva a questa domanda nei paragrafi che seguono.
Aspetto umanizzato
La maggior parte dei ricercatori ritiene che, affinché i robot possano lavorare armoniosamente con le persone, sia fondamentale che vi sia la possibilità di uno scambio reciproco, in altre parole di una “comunicazione”.
Non sorprende, dunque, che l’evoluzione dei progetti delle aziende di robotica mostri un crescente avvicinamento all’aspetto umano nei nuovi cobot. Nel corso del tempo, questi robot collaborativi hanno assunto, infatti, una sembianza sempre più “umana”, evidenziata, ad esempio, dalla presenza di display che replicano tratti facciali simili a quelli di un cartone animato.
L’impiego di questi schermi non ha soltanto lo scopo di rendere i robot più familiari ai lavoratori, ma l’obiettivo principale è soprattutto quello di incentivare la comunicazione tra le persone e la macchina.
Questo è particolarmente rilevante nel caso dei robot camerieri, dove la comunicazione tra il robot e i clienti del ristorante è fondamentale.
Capacità di immagazzinare informazioni
L’umanizzazione dei robot assume un ruolo cruciale nel facilitare l’interazione e la comunicazione uomo-macchina. Tuttavia, finora, ci siamo limitati a una forma di comunicazione non verbale che non implica la comprensione da parte del dispositivo del significato o dei pensieri dell’individuo di fronte ad esso.
Un primo passo per migliorare la relazione tra persone e robot, consentendo ai robot di comprendere meglio gli esseri umani, consiste nell’equipaggiare i dispositivi robotici con strumenti di Intelligenza Artificiale.
Questi strumenti consentono, prima di tutto, una maggiore interazione e la memorizzazione di informazioni. Le informazioni acquisite possono, quindi, essere utilizzate dal robot per fornire suggerimenti e selezionare azioni in linea con le preferenze delle persone con cui interagisce.
Decodifica del linguaggio verbale e non
Gli sforzi dei ricercatori nel campo della comunicazione tra robot collaborativi e esseri umani stanno progressivamente spingendo verso la decodifica del linguaggio umano e la comprensione delle intenzioni delle persone.
Un gruppo di ricercatori nel campo della robotica presso il Massachusetts Institute of Technology (MIT) ha recentemente introdotto una nuova caratteristica nei robot collaborativi. Hanno, infatti, equipaggiato i cobot con un sistema di decodifica dell’elettroencefalografia (EEG), il quale sembra essere in grado di raccogliere e interpretare segnali cerebrali attraverso gli elettrodi posizionati sul cuoio capelluto. Successivamente, questi segnali vengono trasmessi alla macchina e decodificati per migliorare l’interazione uomo-macchina.
Al fine di evitare l’invasività di dispositivi come le cuffie EEG, che potrebbero essere poco tollerate in contesti come il retail, le aziende di robotica stanno esplorando anche degli approcci alternativi.
In gran parte dei progetti, l’obiettivo principale è migliorare le capacità dei robot nel decifrare la comunicazione verbale e le espressioni facciali delle persone, rendendo l’interazione più naturale e accettabile.
Conclusioni
La maggior parte degli studi di robotica collaborativa vanno oggi in una direzione: migliorare la relazione uomo- macchina, facendo sì che i robot possono capire le persone.
Questo fa ben sperare che il futuro i robot collaborativi saranno sempre più capaci di decodificare il linguaggio umano, interpretare segnali intenzionali e gestire la comunicazione in modo efficace, aprendo la strada a una collaborazione più avanzata e armoniosa tra robot e esseri umani nei luoghi di lavoro.
Le aziende di robotica, come Segway Ninebot Ltd., di cui siamo partner commerciale per l’Italia, seguono ovviamente da vicino questi progetti, facendone tesoro e cercando di renderle quanto prima fruibili anche all’interno dei propri modelli. L’incorporazione di tali tecnologie segnerà, quindi, un progresso significativo verso un futuro sempre più avanzato e automatizzato nei settori della vendita al dettaglio e della ristorazione.
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