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Robot per le missioni spaziali: Robotica e AI allargheranno i confini dello spazio in cui viviamo

Dagli anni Settanta i film hanno ipotizzato l’utilizzo di robot per le missioni spaziali: 2001 Odissea nello Spazio, Star Wars e Star Trek, ne sono un esempio. Erano i tempi dei primi viaggi nello spazio, con tecnologie all’avanguardia per quel momento storico, ma oggi diventate piuttosto obsolete. 

L’avvento della digitalizzazione e delle AI ha portato però a un nuovo passo verso la colonizzazione dello spazio. Non è più finzione: sono sempre di più le tecnologie di robot indispensabili per affrontare le missioni spaziali. Secondo la NASA e l’Agenzia Spaziale Europea,  la robotica intelligente potrebbe accelerare il successo delle missioni di colonizzazione della Luna e di Marte. Vediamo come.

Robot e missioni spaziali: sonde e meccanici spaziali

Per certi aspetti l’utilizzo di robot nello spazio è un qualcosa che avviene da anni. L’esempio sono le sonde spaziali. Questi dispositivi sono progettati ed equipaggiati per esplorare l’universo, raccogliendo dati scientifici. Alcune orbitando intorno ai pianeti, altre hanno missioni più articolate. Possono atterrare sulle superfici e raccogliere campioni, grazie alla collaborazione di piccoli robot che esplorano, indifferenti a temperature e tipologie di superficie. 

Ad esempio, a partire da novembre 2018 un robot, soprannominato Insight, è stato portato su Marte con lo scopo di esplorare e registrate i dati ambientali. Fino ad adesso ha rilevato più di 1.300 eventi sismici, aiutando gli scienziati a comprendere meglio i cambiamenti di questo pianeta.

Oggi la robotica intelligente interviene sia nel rendere una sonda più efficienti, sia per intervenire in situazioni di difficoltà, come guasti meccanici o blackout del segnale. Basta considerare che a metà del 2022 erano più di 5.000 le sonde nello spazio, con una vita media tra i 5 e i 15 anni. Fino a quando era in funzione il programma Space Shuttle, il suo vano di carico spesso veniva utilizzato per recuperare le sonde e ripararle. 

Tuttavia, gli interventi non erano semplici. Con la sua chiusura nel 2011 è stato necessario trovare altre soluzioni. Ed ecco che negli ultimi anni ci sono i robot meccanici spaziali, trasportati per mezzo di appositi missili. È così possibile rifornire un vecchio satellite e aggiustarlo, prolungando la sua vita. Tra i vantaggi: meno spreco di risorse e soprattutto riduzione di detriti spaziali in orbita.

Robot galleggianti e assistenti astronauti umanoidi

Sulla terra i benefici di un robot per gli umani sono un dato di fatto. Lo stesso si può dire anche per lo spazio? La risposta è stata data dal robot CIMON (Crew Interactive Mobile Companion) ideato da Airbus con la collaborazione del centro Aerospaziale Tedesco, oggi parte integrante nella Stazione Spaziale Internazionale. È dotato di uno schermo video che galleggia, grazie all’assenza di atmosfera e con una voce digitale. Dotato di un’intelligenza artificiale può rispondere alle domande, interagire con gli astronauti, aiutandoli nello svolgere la routine quotidiana e gli interventi di manutenzione.

Oggi è anche in fase di progettazione e di sviluppo il robot Valchiria. È una versione umanoide alto 1,8 metri e dotato di mani e di pinze, oltre a sensori che gli permettono di effettuare ben 44 movimenti in piena libertà. Attualmente sono diversi i test per un controllo a distanza di migliaia di chilometri. Tuttavia, nel prossimo futuro potrebbe diventare un perfetto supporto per i viaggi nello spazio, soprattutto per la colonizzazione delle luna o di altri pianeti, testando le possibilità umane di vivere in questi ambienti.

I pet robot: la nuova frontiera di robot per lo spazio

Rimanendo sulla luna, oggi si ipotizza l’utilizzo dei pet robot per velocizzare la sua colonizzazione. A cosa potrebbero servire?  Sulla terra le applicazioni dei pet robot continuano a evolversi, utilizzati in campo medico e sociale, con benefici su adulti e bambini. E sulla luna? L’idea delle agenzie spaziali è quella di utilizzarli come esploratori. Grazie alla capacità di muoversi su superficie impervie di scavare e saltare, potrebbero raggiungere anche i luoghi più impervi, dando informazioni indispensabili ai futuri colonizzatori umani lunari.

Sono già in progetto due versioni di cane robot lunare da parte del Politecnico di Zurigo e dell’Università di Zurigo con il nome di GLIMPSE e LEAS (Legged Exploration Of The Aristarchus Plateau.

Conclusioni

I robot collaborativi possono essere una spinta in più nel raggiungere nuovi traguardi nelle esplorazioni dello spazio, riducendo di decenni la tempistica. Ciò è possibile grazie allo scopo per cui sono progettati: aiutare l’uomo. Un robot non sostituirà mai un astronauta, anzi potrebbe intervenire in quelle attività più a rischio, accelerando le esplorazioni.

Oggi sono sempre di più le applicazioni dei robot collaborativi, con effetti positivi sul lavoro degli esseri umani. Quindi l’immagine, erronea, di un robot come alternativa dell’uomo, che ha portato in questi anni a sviluppare vere e proprie forme di paure, definite come robot fobia, non ha alcun senso. I robot per le missioni spaziali sono un altro esempio di come la robotica intelligente può essere un valido supporto a qualunque attività umana.

Scopri quali sono le possibili applicazioni di un robot contattandoci sulla nostra chat su WhatsApp.

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